05/08/2019
Il progetto del sentiero delle cascate del Ru de Fedèra prevede la risalita quasi integrale del torrente, dalla località di Bariza in Cu fino alla Monte de Fedèra; ne rimangono esclusi solo l’estremo tratto inferiore, verso la confluenza con il Boite e il tratto superiore, da Fedèra al Lago da Lago.
L’itinerario è suddiviso in tre stralci: il primo, da Bariza in Cu al Pian del Legname, che si sviluppa in parte a una certa distanza dal corso d’acqua, per aggirare alcuni tratti franosi e impervi; il secondo, dal Pian del Legname al Ponte de Fedèra, che prevede una variante impegnativa lungo la forra ed una più facile su un sentiero più discosto; il terzo, dal Ponte de Fedèra alla malga.
Il tratto superiore è dotato di 4 passerelle e 3 punti panoramici; esso sfrutta in pieno i varchi offerti dalla geomorfologia del terreno, insinuandosi in corridoi paralleli al corso d’acqua e avvicinandosi allo stesso nei punti più spettacolari, di fianco alle cascate, alle pozze e agli scivoli più accessibili. Al tempo stesso, avendo utilizzato il più possibile tratti esistenti di sentiero e limitato al minimo indispensabile le dimensioni e il numero delle infrastrutture, l’impatto che ne risulta è quasi inesistente.
Pur presentando alcuni tratti attrezzati ed esposti, il sentiero è adatto a tutti ed è percorribile senza alcuna attrezzatura da ferrata; sono sufficienti buone calzature.
Fra i motivi di fondo che hanno indotto le Regole a proporre un itinerario di questo genere, sull’onda positiva di quello già collaudato e conosciuto dei Canyons e delle Cascate di Fanes e Travenanzes, vi è anche l’intenzione di portare residenti e appassionati a meglio conoscere le bellezze naturali legate ai corsi d’acqua e a far comprendere il valore immateriale di cui essi sono portatori, al di là della mera energia idroelettrica che essi sviluppano nella loro discesa verso valle e che è attualmente nel mirino di molti sfruttatori. L’energia si può produrre anche altrove, mentre la bellezza di questi corsi d’acqua è irreplicabile ed è una ricchezza che solo le valli ampezzane e poche altre possiedono.