L'opuscolo ricorda il passato agricolo della valle ampezzana, quando le famiglie vivevano di agricoltura e allevamento: l'aratura dei campi, la mietitura, la trebbiatura, la lavorazione del lino, la tessitura e l'utilizzo degli alimenti coltivati nella cucina.
Prezzo: 4,00 Euro
Il bosco costituì nei secoli una riserva importante per la comunità, cui attingere nei momenti di maggior bisogno. Attualmente di proprietà delle Regole d’Ampezzo, fu nei secoli scorsi gestito dalla Comunità d’Ampezzo, antica Regola di fondovalle. La Comunità gestiva il bosco, secondo criteri di fabbisogno e di utilità comune, criteri ancora oggi vivi nell’isitutizione regoliera. Il legname tagliato serviva per legna da ardere, legname da rifabbrico per le famiglie comproprietarie e legname venduto ai mercanti veneti, che lo destinavano all’industria cantieristica veneziana e ai lontani mercati orientali. Il bosco fu sempre tutelato e salvaguardato con criteri di taglio, che ne salvaguardarono nei secoli la naturale bellezza.
In montagna la breve stagione vegetativa ha da sempre influenzato lo svolgimento annuale delle attività contadine. Ogni famiglia doveva procurarsi il necessario per il consumo di tutto l’anno durante una stagione produttiva di soli sei mesi. Questo fatto determinava il ritmo del lavoro quotidiano nelle diverse stagioni: pacato in inverno, in crescendo durante la primavera, incessante in estate e di nuovo più lento in autunno.
Il Castello di Podestagno, costruito presumibilmente verso l'anno 1000, fu occupato dai capitani del Patriarca di Aquileia fino al 1420, dai capitani della Repubblica di Venezia fino al 1511 e in seguito dai luogotenenti dell'Imperatore d'Austria fino alla sua rovina (fine del 1700). E' stato per secoli un baluardo strategico sul passaggio obbligato della forra del rio Felizon.